Domenica della Santissima Trinità

 Carissimi amati in Cristo,
gli eventi di Pace vissuti con commozione e ammirazione di Pentecoste ci confermano sempre più della presenza efficace e assidua dello Spirito Paraclito assicurataci da Gesù. La Solennità della Santissima Trinità ripresenta la realtà della nuova vita immersa in Dio: in Lui ci muoviamo e siamo. Ne segue necessariamente che “con la forza che ci viene da Dio, siamo chiamati ad annunciare un messaggio nuovo – la Risurrezione di Cristo – con un linguaggio nuovo – quello universale dell’amore” – ci ha esortato Papa Francesco all’Angelus di Pentecoste – linguaggio che crea relazioni vere di donazione scambievole come tra le Tre Persone divine. Il Papa faceva notare come con la discesa dello Spirito Santo “la gente rimase turbata perché ciascuno udiva i discepoli parlare nella propria lingua, raccontando le grandi opere di Dio”. Ne nasce, dunque, “una comunità che suscitava stupore… Se la Chiesa perde questa capacità, si rivelerà “una Chiesa debole, ammalata, morente e deve essere ricoverata nel reparto di rianimazione, quanto prima!” ha aggiunto il Papa con amara ironia.

Questa domenica apre il lungo cammino che ci accompagnerà sino alla fine dell’Anno Liturgico: è il Tempo Ordinario del giorno dopo giorno oramai ben equipaggiati e inebriati dal vino nuovo in otri nuovi… altrimenti gli otri si sfasciano e chi sa se ci sarà ancora la possibilità di rianimazione!

“Abbracciati dal mistero. Pic­coli ma abbracciati come bambini” camminiamo lieti seminando Pace e Gioia!.    

 

Don Vincenzo

 

SS. TRINITA’  

 

16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. Gv 3,16-18 

 

padre Ermes Ronchi  Crediamo all’amore di Dio per noi.

La Trinità: un dogma che può sembra­re lontano e non toccare la vita. Inve­ce è rivelazione del segreto del vivere, e mi dice: in principio a tutto è il le­game. L’uomo è creato a immagine della Trinità. E la relazione è il cuore dell’es­senza di Dio e dell’uomo.

Incamminato verso un Padre che è la fon­te della vita, verso un Figlio che mi inna­mora, verso uno Spirito che accende di co­munione le mie solitudini, io mi sento pic­colo e tuttavia abbracciato dal mistero. Pic­colo ma abbracciato, come un bambino.

 

don Marco Pedron  La prima grande verità è che Dio è Famiglia, più persone.

Quando si sta con una persona: né io né tu, ma il noi che creiamo. Quattro grandi modalità di relazione: Io sono ok, tu non sei ok. La relazione diventa egocentrica.

Io non sono ok, tu sei ok. La relazione diventa di dipendenza.

Io non sono ok, tu non sei ok. Neanche di chi è vicino ci possiamo fidare

Io sono ok, tu sei ok. È la cosa più importante: relazione fra di noi.

L’essenza di Dio è la relazione. L’amore è relazione di due persone che si danno e che si ricevono. L’amore non vuole cambiare l’altro: tu sei tu. Se cambierai, è una scelta tua. Io ti amo non ti cambio.

Wilma Chasseur Vita senza frontiere. Trinità: perfetta comunione di persone che non rivendicano nulla per sé stesse. Tutto ciò che il Padre è (e non solo ha) lo dona al Figlio. Tutto ciò che il Figlio ha, non solo la vita, ma il suo stesso Spirito, ce lo dona continuamente. Uno per l’altro, non uno più l’altro.

in principio, non poteva essere che il Padre, l’origine originante di tutto ciò che esiste. Il Figlio viene in secondo luogo perché procede dalla conoscenza che il Padre ha di se stesso e lo Spirito Santo viene in terzo luogo perché procede dall’amore del Padre e del Figlio.

c’è una vita sola che circola ininterrottamente in tutti e Tre e non finisce mai.

 

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In ascolto- Le tre persone della Trinità sono in un continuo dono, in una continua danza fra di loro. Vuol dire che ciò che caratterizza il loro essere è la relazione, il darsi e il ricevere (Pedron). È il perché del nostro Battesimo: immersi (=battezzati) nel nome (=nell’essere proprio) del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Coscienti della realtà che ci involge in questa dimensione divina, diviene connaturale anche per noi una vita di relazione.

Don Tonino Bello scrivendo del mio incontro mentre cercava di spiegare alla gente (ma in modo semplice, così che tutti capissero) un particolare del mistero della Santissima Trinità: e cioè che le tre Persone divine sono, come dicono i teologi con una frase difficile, tre relazioni sussistenti, gli sembrava molto importante far capire queste cose ai poveri, perché se il Signore ci ha insegnato che, se

il nucleo di ogni Persona divina consiste in una relazione, anche ognuno di noi, in quanto persona, stringi stringi, deve essere essenzialmente una relazione. Un io che si rapporta con un tu. Un incontro con l’altro. Al punto che, se dovesse venir meno questa apertura verso l’altro, non ci sarebbe neppure la persona. Un volto, cioè, che non sia rivolto verso qualcuno non è disegnabile… Come le tre Persone divine, anche ogni persona umana è un essere per, un rapporto o, se è più chiaro, una realtà dialogica. 

Più che interessante, cioè, deve essere inter-essente… lo so che la Trinità è molto più che una formula esemplare per noi, e che non è lecito comprimerne la ricchezza alla semplice funzione di analogia. Ma se oggi c’è un insegnamento che dobbiamo apprendere con urgenza da questo mistero, è proprio quello della revisione dei nostri rapporti interpersonali.

 

Ritorno e riproporre in Allegato quello che don Tonino scrive a proposito, dato che dal mio semplice input scaturì un’ondata dall’oceano sapienziale del suo animo.

Di relazioni, di attenzione per l’altro specialmente se emarginato, il santo Vescovo è stato non solo maestro.