Domenica di Pasqua

 Carissimi, Santa Pasqua! “La forza è in me. Non dobbiamo aver paura di essere potenti. Il Risorto è con noi e in noi. Gli apostoli in tutto il mondo? Trovarono quella forza nel Risorto, nel Dio cioè che sentivano e percepivano chiaramente vivo e presente dentro di loro e con loro” è l’Augurio Pasquale che potete ascoltare con maggiore ampiezza nella solita, lunghissima Riflessione di don Marco che allego. Possiamo, dobbiamo vivere risorti nel Cristo. Con bacio di Pace.

Don Vincenzo

 

don Marco Pedron –Questo mondo ha bisogno di te. A Pasqua spesso viene regalato ai bimbi un uovo 1. L’uovo è il segno della nascita per eccellenza: c’è qualcosa dentro che sta nascendo, che non si vede, ma c’è. 2. L’uovo, inoltre, indica la corazza, che bisogna forare, bucare perché nasca qualcosa di vitale, di nuovo. 3. Dall’altra parte indica il tempo (la cova) necessario perché qualcosa di nuovo nasca: ogni gravidanza ha bisogno del suo tempo; Ci vuole il tempo che ci vuole. Ma quando poi nasce… è meraviglioso, incredibile, fantastico. Allora augurarsi “Buona Pasqua” vuol dire augurarsi una trasformazione radicale, che possa nascere nella tua vita qualcosa di totalmente nuovo, inatteso e meraviglioso.

1. La resurrezione è un salto quantico: Gesù non è tornato in vita come Lazzaro, vive non più secondo l’esistenza mortale e terrena (il Gesù storico è morto per sempre). La resurrezione è cioè il passaggio da una dimensione ad un’altra dimensione.

2. Il Risorto è presente in tutto ciò che esiste. La forza è in me. Non dobbiamo aver paura di essere potenti. Il Risorto è con noi e in noi.

Gli apostoli  in tutto il mondo? Dove trovarono quella forza? Nel Risorto, nel Dio cioè che sentivano e percepivano chiaramente vivo e presente dentro di loro e con loro. Se gli apostoli non avessero pensato questo, non ci sarebbe neppure stato il Cristianesimo.

Tocca a me, non agli altri, fare la mia parte.

 

padre Ermes Ronchi – Pasqua è il parto di un orizzonte nuovo di vita, di futuro, di speranza, di nuovi orizzonti, di lacrime asciugate. Tutti corrono nel mattino di Pasqua, sospinti da un cuo­re in tumulto. La vi­ta ha fretta di rotolare via i macigni che la bloccano.

 

Paolo Curtaz È vivo! Continuiamo a cercare il crocefisso, Cercano il loro Maestro, drammaticamente travolto dagli eventi. Vogliono restituire una parvenza di dignità a quell’uomo che hanno amato e seguito. Che le ha amate e istruite. Illuse. Dio è già altrove. Risorto.

Fuggire il sepolcro. Devono allontanarsi dal sepolcro, non vegliarlo. Andarsene altrove, là dove il Signore le aspetta. È risorto. Non rianimato, né reincarnato (ma dai!), splendidamente risorto. Nemmeno sappiamo bene cosa significhi essere risorti, nessuno è mai risorto come lui. Lazzaro è tornato in vita, ma morirà, di nuovo.

Gesù no. È vivo. Splendido. È proprio lui: si fa riconoscere attraverso dei segni, mangia con i suoi sbalorditi discepoli.
Gesù è risorto, cercatori di Dio. Che ce ne accorgiamo o meno, che lo crediamo o meno. È risorto. E tutto cambia, ogni cosa assume una luce diversa.

Due terremoti: uno alla crocefissione e uno alla resurrezione. Terremoti interiori, ovviamente, che il discepolo sperimenta quando vede la misura dell’amore di Dio che muore, sconfitto, per mostrare quanto ci ama.

Conversioni: Buona Pasqua, discepoli del risorto. Buona Pasqua, voi che avete superato la croce e che seminate speranza, dopo esserci convertiti alla logica di un Dio che muore per amore.

Lasciare in fretta il sepolcro, perché la morte non è riuscita a custodire la forza immensa della vita di Dio.

Raccontatelo, che Gesù è vivo: pochi lo sanno. Anche i cristiani sembrano esserselo dimenticato. Eppure è tutta in quella tomba la nostra fede. Viviamo da risorti, Perché quella tomba vuota ci dice che la morte non ha vinto. E non vince. Mai.

 

Wilma Chasseur – Neppure la morte è riuscita a togliergli la vita. Morte in deficit: un uomo le è sfuggito…

E’ questa la meravigliosa notizia: abbiamo un Salvatore che ci salva, non una volta per tutte, ma ogni giorno, ogni ora, ogni momento ci salva.

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Per riflettere: “Lui è Risorto e ti sta aspettando all’incrocio di qualche strada: abbi il coraggio di incontrarlo, non te ne pentirai! Lui è la tua forza… perché questo mondo ha bisogno di te”.

“Io l’ho visto! Credo perché l’ho incontrato”. Pasqua é la risposta alla domanda angosciosa ripetuta e cantata Domenica delle Palme: “Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato!”. É l’abbandono dell’Amore al quale interessa non che si creda (e con quanta sicurezza e pace per tutti se avesse fatto quello che tutti Gli stanno, persino canzonando, ripetendo!). È l-Amore che non gli permetteva di tradire il Figlio, i figli. Amare é morire. Ma come morire se é Dio, se é Vita?. Poteva finalmente farlo in Cristo, abbandonandoLo, consegnadoLo per noi alla morte e con la morte persino riservata ai più criminali ai quali dare risposta d’amore. Non poteva tradire i figli crocifissi liberando il Figlio crocifisso. A ragione San Paolo testimonia: “ Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso (1Corinzi 2:2).” Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno” (Filippesi 1:21). Morire é la prova massima dell’amore. Morire é vivere. “Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà” (Luca 17:33) –

Torno in Brasile, finchè posso, per condividere la difficile lotta per liberarsi da situazioni che danno morte. Innumerevoli volte sperimento il fracasso, la delusione, nel credere che é l’amore che vince, che salva, salva donandosi …fino alla notte passata tanto da sentirmi io oggi fracassato. E devo ripetermi: “ho scelto di rispondere alla chiamata liberamente”. Al Vescovo che aveva difficolà a perdermi in Diocesi: “Se mi perdi, mi guadagni!” é la logica del Vangelo. Ma quando devo io perdere nel fracasso del lavoro senza risposte, mi viene a mancare la pazienza nell’attesa dell’uovo…, del contadino dopo la semina, della mamma per nove lunghi e sofferti mesi. É lì nella tragedia più inaudita per un Dio: “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Giovanni 12:32). È lì la Vita, la Resurrezione.

Non c’è confessione in qualsiasi villaggio che non ti cadano, calde, sul cuore lacrime di mamme per la vita impossibile dello sposo e persino dei figli che pur sperimentando il disastro del padre, iniziano ben presto, giovanissimi, a ubriacarsi. Tante mamme continuano a generare vita con speranza, e io …mi scoraggio per tanto poco e per tanto poco tempo!

“Lui è Risorto! Lui è la tua forza… questo mondo ha bisogno di te”. La Notte la più Santa e la più potente ce lo grida e ce ne dà forza. “É risorto! Questo basta. Sia lodato Gesù Cristo” e il padre Predicatore non aggiunse altro, e scese dal púlpito.