XXI Domenica TO

Carissimi,

m’interrogo anch’io, mentre m’intrattengo con il messaggio da consegnarvi, sull’interrogativo che Gesù rivolge anche a me: “Chi sono io per te?”. Le risposte facili m’impressionano specialmente dopo avere sperimentato la presenza del ‘lievito dei farisei e di Erode’ (Mc 8,15), mai scomparso in noi religiosi. Con i peccatori Gesù si è sempre trovato bene, non altrettanto, anzi(!), tra persone molto religiose. Papa Francesco, cosciente del pericolo, chiede sempre di pregare per lui. Una volta tanto pregate anche per me.

Grazie. 

Vincenzo prete

 

Mt 16,13-20 – Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa…

Marco Pedron – Tu mi fai vivere!  Gesù era seguito e amato. Gli apostoli avevano sentito parole che parlavano al cuore, che facevano venire “voglia di vivere”. Ma staccarsi dagli schemi vecchi è difficile per tutti! sostanzialmente rimangono quelli di prima. Gesù fa una prova per vedere cos’hanno capito di lui. La confusione è totalelo vedono secondo i loro “vecchi schemi”: come Giovanni il Battista, un grande moralizzatore. Ma Gesù non ha mai costretto, né ricattato qualcuno. La sua è una proposta: chi vuole la segue. Come Elia, zelante e difensore di Dio. Gli apostoli lo avrebbero voluto così, un uomo forte che avesse sistemato le cose, con o senza la forza. Ma Gesù non era così. Gesù non è profeta secondo il modello del tempo. Gesù è profeta perché mostra il Padre.

L’autorità religiosa era fondata su due principi: paura ed obbedienza. Dio più che da amare era uno da temere, da tenere buono, perché non si sa mai. Magari ti manda all’inferno! E come può essere amato un “Padre” così? No, dice Gesù, mio Padre non è così. Se questo è Dio, rifiutatelo! Se questi sono i suoi ministri, non ascoltateli. E’ difficile lasciare la paura di Dio e credere che Dio ci ami al di là di tutto, dei nostri meriti e di ciò che facciamo. Dio non crea servitori, mai! Dio crea uomini liberi.

L’obbedienza =  Ob-audire nel senso profondo vuol dire obbedire a chi ho dentro (Dio); vuol dire ascolto il Dio in me e non lo tradisco, anche se mi sarebbe più comodo fare come tutti. Obbedire è dargli voce, dargli vita; obbedire agli altri (e non a Lui) è farlo morire. La chiave della vita, allora, è far uscire, tutta la Vita che abbiamo dentro.

Gli apostoli quando capirono veramente chi era Gesù, andarono in giro e dissero solo questo: “Lui ci fa vivere! Lui è la Vita! Lui è vivo!”. Se i miei riti non mi “fanno vivere”, non mi mettono in contatto con Lui, sono inutili. Uscendo ci dobbiamo sentire più vivi. Nei vangeli quasi mai Dio si incontrò nel tempio e quasi sempre, invece, fuori del tempio. Il tempio è buono se ci mette in contatto con la Vita, con Dio. Dio è dove si vive, dove l’amore si traduce in gesti concreti. E se questo avviene fuori, allora, Lui è fuori. Questo è il grande pericolo: che l’adorazione diventi più importante dell’amore per il vicino e per le persone, che la norma e la legge diventino più importanti della vita.

Pensiero della Settimana: Dio vuole la vita piena (Gv 10,10); dove c’è la vita piena lì c’è Dio; dove c’è la vita intensa lì Lui c’è.

ü  Ermes Ronchi – Un amore che sfugge alle paroleTu chi dici che io sia? Gesù non chiede: cosa avete imparato? Ma: chi sono io per te? Tu con il tuo cuore, con la tua fatica, la tua gioia e il tuo peccato, tu cosa dici di Gesù Cristo? Non servono libri o catechismi, ma ciascuno dissetato alle fonti di Dio, della sua Parola, può dare la sua risposta.

Tu sei per me un­ ‘crocifisso amore’. L’amore scritto sul tuo corpo con l’alfabeto delle ferite, indelebili come l’amore. Tu sei per me un ‘­disarmato amore’. Tu sei per me un­ ‘inseparato amore’, perché nulla mai, ci separerà dal tuo amore di Dio. Cristo non è ciò che dico di lui, ma ciò che vivo di lui, come la vita non sta nelle mie parole sulla vita, ma nel mio patirla. Il cristianesimo­ è una Persona, un dolcissimo sogno sempre tradito, ma di cui non ci è concesso stancarci.

Wilma Chasseur  Chi è? I capi non l’hanno riconosciuto e tantomeno accettato. Non erano né atei, né agnostici, ma di Gesù non ne vollero sapere. Per la folla interessavano più i benefici.  Per i discepoli era il loro Maestro e Signore per il quale avevano lasciato casa, barca, padre, per seguirlo, ma erano ben lungi dall’averne capito il mistero.

E per te, chi è? E’ vivo oggi o appartiene al passato? Dalla risposta che daremo a questa domanda sulla sua identità dipenderà anche la nostra identità. E dipenderà il nostro cammino quaggiù e il nostro destino eterno.

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Parola e vita – Spesso mi domando e domando: come mai a noi sembra così facile credere in Gesù a differenza dei discepoli, che pur condividevano la vita con lui, e di un popolo eletto nel piano di salvezza dal quale sarebbe sorto il Messia?. L’autorità religiosa e profetica del tempo era fondata su due principi: paura ed obbedienza.  Si otteneva così più attenzione nell’essere “in regola, perché non si sa mai! E’ difficile lasciare la paura di Dio e credere che Dio ci ama al di là dei nostri meriti e di ciò che facciamo”. Loro preferivano il profeta che lapidi la prostituta (Gv 8,3-11). Gesù dissentiva e per questo lo eliminarono. E Lui, pur sapendo bene che veniva condannato, conoscendo il vero volto del Padre, ce Lo ha voluto rivelare così diverso!.  

Con forza sottolineo che tutti Gli avrebbero creduto se avesse risposto appena alla richiesta spasmodica di tutti: “Hai detto e mostrato che sei figlio di Dio! Scendi dalla croce e ti crederemo! (Lc 27,40)”. Ma a Gesù non interessava tanto essere creduto (lo lasciava fare allo Spirito) quanto piuttosto rivelare il Padre che è di tutti senza distinzione, Mamma (Isaia 49,15) che non abbandona nessuno dei suoi figli specie se debole, peccatore. E l’unico modo per mostrarlo vero è nel dare la vita per i propri amici. (Gv 15,13). Era questa la missione del Figlio, e il Padre, volendo ma non potendo Lui morire, nel Getsemani gliene ha dato la forza. Certo, il modo crudele con cui ha poi mostrato tanto amore è stato opera dei pseudo giusti. Dio è Amore così. E noi viviamo da figli soltanto se misericordiosi, come è misericordioso il Padre nostro (Luca 6,36).

Impastati della medesima umanità, oggi, ieri, sempre, scivoliamo facilmente nello stesso pericolo:fatto degli aggiustamenti alla nostra vita, degli smussamenti, delle variazioni, sostanzialmente rimaniamo quelli di prima. Suscito inquietudine quando domando se a crocifiggere Gesù furono ibuoni o i cattivi. I peccatori lo difendevano altrimenti l’avrebbero imprigionato molto prima (Mc 11,18)! I giusti preferiscono allontanarsi, incominciando dai più anziani (Gv 8,9), quando Gesù cerca di smascherare la loro ipocrisia. Chi di noi non sperimenta l’impossibilità all’ascolto in chi è convintissimo d’essere a posto!. Si prega abitualmente per la conversione dei peccatori. Peccatori vengono facilmente ritenuti gli altri(!) mentre San Paolo (1Tm 1,15) mi ricorda che peccatore sono io più degli altri, e che prima e più degli altri all’inferno ci vado io se non mi converto sul serio (“…a chi più ha più sarà richiesto” (Lc 12,48)).   

Mi piace terminare la dura riflessione con un simpatico aneddoto di don Marco per confermarci che lapaura, quella che toglie la libertà vitale che viene dal Cristo, non ce la togliamo facilmente di dosso:

C’è un matto che si crede un pulcino. Non può uscire di casa perché ci sono i gatti e i gatti potrebbero mangiarlo. Allora fa una cura in un centro psichiatrico specializzato. Dopo tre mesi finalmente è convinto: lui non è un pulcino ma è un uomo, quindi non ha motivo di avere paura dei gatti. Torna a casa ma continua a non uscire. Il medico va a visitarlo e gli dice: “Ma lei è un uomo, non più un pulcino, giusto?!”. “Giustissimo!”, risponde il matto. “E perché non esce di casa?”. “Perché non so se i gatti lo sanno!”.

Sappiamo che Dio è Mamma …onnipotente ed eterno, perché allora preoccuparci se, vicinissimo a noi nella tempesta, schiaffeggiato dalle onde sempre più minacciose, dorme tranquillo sul cuscino e, addirittura, a poppa dove il pericolo è maggiore!? (Mc 8,38). Si! Signore, lo so, ma ho paura ugualmente. “Signore, aumenta la mia fede anche se piccola quanto un granellino di senapa, e la paura, grande anche come una montagna, sparisce” (Lc 17,6).

 

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