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Finalmente la Buona Notizia

Concludendo l’editoriale del numero di novembre 2022 di Adesso, auspicavo “possa questo tempo di preparazione (al Natale, ndr) aprirci gli occhi del cuore sul fatto che, come si legge nel Concilio Vaticano II nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, “solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo” (GS 22). Ovvero, chi non ha interrotto la vigile e quotidiana ricerca di se stesso in una dimensione agapica sa di potersi ritrovare nell’umanità possibile che il Figlio offre in dono; ci è offerta una sapienza esistenziale che troppo spesso si sottovaluta anche all’interno dei nostri circuiti: scrive San Paolo a Tito – queste parole risuonano nella liturgia della notte di Natale – che “la grazia di Dio ci insegna … a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà”. Che bello! In questo mondo, non in un iperuranio nebuloso; in questo mondo, nelle nostre storie, nelle nostre gioie e nelle nostre speranze, tra le luci e le ombre del quotidiano peregrinare. Ci è offerta la vita! Una vita da figli e da fratelli.

E questa è davvero una buona notizia per quanti sono disposti a superare i luoghi comuni di un cristianesimo lontano dalle trame del quotidiano vivere e a prendere sul serio il mistero dell’Incarnazione.

“Il mistero del Natale – ha scritto il nostro Vescovo nel suo messaggio alla Diocesi per il Natale (il testo integrale è in questo numero) – è l’espressione più significativa del desiderio di Gesù di entrare in casa (Cf. Mt 9,28) piuttosto che attenderci nel luogo sacro per antonomasia, il Tempio. «Il Verbo si fece carne – annuncia Giovanni nel prologo – e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). È la piena manifestazione del desiderio di entrare nelle nostre abitazioni, di stare fra le persone, di condividere la nostra umanità nelle sue gioie e con le sue difficoltà. Abbiamo bisogno di percepire e di toccare con mano questa “inabitazione” che Cristo ha voluto”.

A Natale Dio dona una casa all’umanità di ogni tempo (cfr. cap. 17 del I libro delle Cronache), non alienandola dalla vita, ma conferendo a quest’ultima una qualità ed uno spessore unici che fanno della vita un bene ricevuto che trova pienezza solo quando diventa un bene donato.

Confidando che il Signore possa trovare essere accolto nelle nostre case, a tutti giungano gli auguri fraterni per il Santo Natale.

Oronzo Marraffa