Stemma episcopale di S.E.R. Mons. Sabino Iannuzzi, ofm

BLASONATURA

«Lo scudo, dalla forma gotica, è così araldicamente descritto:

D’azzurro, all’Agnello al naturale con la testa rivoltata, nimbato d’oro, portante un pastorale dello stesso, posto in sbarra, passante su una trangla di verde, sostenuta dalla campagna d’argento, caricata da tre filetti d’azzurro ondati in fascia, accompagnato nel cantone destro del capo dalla stella d’argento di 8 (otto) punte e in quello sinistro dal fiore di nardo dello stesso posto in sbarra; al capo della Religione Francescana che è d’argento, al braccio sinistro di Cristo, di carnagione, uscente dalla nuvola al naturale movente dal fianco destro dello scudo, il segno delle stimmate sulla palma della mano, posto in croce di S. Andrea col braccio destro di S. Francesco, vestito del saio francescano, uscente dalla nuvola al naturale movente dal fianco sinistro dello scudo, il segno delle stimmate sulla palma della mano, entrambe le braccia accollate alla croce del Calvario al naturale.

Il motto: PATRIS CORDE, che è in lettere maiuscole lapidarie romane di nero, è caricato su di un cartiglio svolazzante al naturale, posto in punta.

Lo scudo, accollato ad una croce greca patente d’oro, gemmata d’azzurro è timbrato da un cappello prelatizio (galero) di colore verde, dal quale pendono 12 (dodici) fiocchi, (6 [sei] per lato), dello stesso colore, disposti 1, 2, 3. Gli ornamenti esteriori su descritti, in araldica indicano la dignità vescovile». (G. Quattrociocchi)

 

ESEGESI

Come scriveva Giuseppe Dalla Torre: «L’Araldica è soprattutto, è essenzialmente un linguaggio figurato. Lo stemma esprime l’impresa, ricorda un fatto; per questo diventa un contrassegno; un cognome, direi illustrato» (Cf. G. Dalla Torre, L’Araldica Ecclesiastica, sett. 1941, pp. 412 – 416).

Nella parte superiore dello stemma di colore argento, simbolo della trasparenza, di verità e giustizia, doti fondamentali che devono corredare quotidianamente lo zelo pastorale del Vescovo, è rappresentato il simbolo della famiglia francescana, in osservanza all’appartenenza di Mons. Sabino Iannuzzi all’Ordine dei Frati Minori.

Sulla parte inferiore dello scudo di colore azzurro, in ossequio al distacco dalle cose terrene per la piena ascesa verso Dio, troneggia l’Agnello che sorregge il pastorale, per ricordare un compito precipuo del Vescovo, che è quello di vegliare «su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo l’ha costituito custode per essere pastore della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio» (Cf. At 20,28). Nella consapevolezza che essere Pastore significa: «credere ogni giorno nella forza che viene dal Signore, nonostante le debolezze ad assumere fino in fondo la responsabilità di camminare innanzi al gregge… disposti a camminare in mezzo e dietro al gregge: capaci di ascoltare il silenzioso racconto di chi soffre e di sostenere il passo di chi teme di non farcela; attenti sempre a rialzare, a rassicurare e a infondere speranza» (Papa Francesco). Ma l’Agnello ricorda anche le origini di Mons. Iannuzzi: la città di Avellino (nel cui stemma è presente), luogo di nascita ed in cui ha ricevuto l’ordinazione presbiterale. L’Agnello, infine, sovrasta due elementi tipici della Chiesa di Castellaneta: il verde delle terre affidate (a ricordo anche della terra natia del Vescovo: la verde Irpinia), su cui “camminare insieme” (Pastore e gregge) ed il mare che bagna la Diocesi e ricorda l’invito del Signore a Pietro: «prendi il largo» (Lc 5,4).

Un ministero episcopale, poi, illuminato e circoscritto da due costanti richiami:

  • la “stella argentata ad otto punte”, quale simbolo della Vergine Maria, madre di Cristo e della Chiesa, “stella del mattino” che indica la retta via da seguire, e delle otto beatitudini, che Maria «ha vissuto come nessun altro» (Gaudete et exultate, 176), in cui si «delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita» (Gaudete et exultate, 63);
  • il “fiore di nardo” ad indicare San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, e modello per ogni Pastore, da cui trae origine anche la scelta del motto episcopale: Patris corde («Con cuore di Padre»), incipit della Lettera apostolica di Papa Francesco nel 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa Universale: «Con cuore di Padre: così Giuseppe ha amato Gesù».