Il nostro Osservatorio, autentico “cuore che vede”, ci testimonia in queste pagine che anche in questo tempo segnato dal COVID19 non sono mancati aspetti positivi e momenti di maggior consapevolezza di ciò che ha valore per il bene di tutti. Fra questi il “tendere la mano” è stata forse l’esperienza più costruttiva che a livello ecclesiale
e anche civile si sia sperimentata: dalla consapevolezza che si è diffusa, che “nessuno si salva da solo” e che quindi solo “insieme” si può affrontare e uscire da crisi epocali come quella che ci sta affliggendo, si sono moltiplicate esperienze di prossimità che nel tempo del distanziamento sono risultate chiaramente “profetiche”, cioè portatrici di una speranza che può costruire il futuro. Una “mano tesa” che è venuta incontro a necessità svariate a cui si è cercato di dare risposta nella maniera più generosa e fantasiosa: dalle necessità alimentari, al bisogno di parole con cui nutrire la propria solitudine; dall’ascolto che fa sperimentare vicinanza, ai messaggi che in svariate modalità tecniche, hanno mantenuto vive le relazioni.
Il rapporto di questo 2020 dice anche questo, ci parla di perle preziose che si sono trovate nel deserto delle clausure forzate e hanno arricchito la nostra convivenza così provata.
Queste perle (accanto a tante altre che non devono andar perse), raccolte dal nostro Osservatorio in questo report, sono offerte alla nostra Chiesa, alle autorità civili e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà certo per consolazione e gioia, ma nella consapevolezza che da qui dobbiamo continuare il cammino nel nuovo anno, certi che la misericordia, il prendersi cura gli uni degli altri, lo spendersi per il bene comune, guardando soprattutto a chi è più debole e bisognoso, è davvero il fondamento solido che ci può permettere di costruire insieme pagine nuove della nostra storia, della storia dei nostri paesi, della storia dell’umanità.
+ Claudio, vescovo