Non so quale reazione provochi nel paziente lettore il sovraccarico informativo a cui siamo sottoposti e non per la qualità e l’importanza delle notizie, ma per l’abbondanza di parole su tematiche accessorie, ma soprattutto per
i toni sempre più violenti e che spesso non aiutano nessuno a ri-costruire, a ri-mettere insieme i pezzi di questa comunità. Troppi luoghi comuni spacciati per verità rivelate e purtroppo rivestite con l’alone del buon senso come specchietti per le vaganti allodole digitali.
E sì, perchè qualcuno purtroppo poi abbocca a queste genialate e – siccome quello che leggiamo (ma lo leggiamo
intero e solo il titolo?) aiuta a farci un’idea della realtà – per sradicare tenaci pre-giudizi (il trattino è stato inserito
volutamente per ricordare che si arriva a giudizio prima di aver visto, sentito e valutato) occorre molta pazienza, capacità critica e una grande voglia di non sciupare il tempo che abbiamo.
In questo numero diversi gli interventi che meritano accoglienza: l’omelia che il Vescovo Claudio ha pronunciato durante la Santa Messa Crismale (non si poteva diffondere questo numero di Adesso prima di quella celebrazione), una riflessione sull’Europa e sulle grandi opportunità da cogliere in questo particolare momento storico per ripartire più forti e più coraggiosi, la pubblicazione del report della Caritas Diocesana ad un anno dall’inizio della pandemia e, infine, la testimonianza di un nostro lettore che ha chiesto di restare anonimo (“è
la storia mia e di tanti, don” mi ha detto inviandomela), ma che ha voluto condividere la sua esperienza col Covid-19.
Non chiede nulla, solo rispetto e meditazione di fronte alla “Solitudine della sofferenza e della morte patita da
tante persone in questi mesi per colpa del Covid-19”. La riflessione della collega del Sir, Irene Argentiero, risuona
come domanda aperta che attende una risposta con un po’ più di umanità.
Proviamoci davvero a costruire insieme un domani che fa tesoro della lezione imparata in questa pandemia; non molliamo al primo ostacolo e aiutiamo i più giovani a guardare con umile e coraggioso realismo al futuro: la Pasqua ci ricordi che l’Amore – quello vero – trionfa anche sulla morte!
Ai cari lettori l’augurio di una Santa Pasqua.
Oronzo Marraffa