COMUNICATO STAMPA
Circa le conseguenze del piano di riordino ospedaliero che vede coinvolto l’Ospedale di Castellaneta, sia consentito esprimere alcune considerazioni come Pastore di una comunità ecclesiale direttamente interessata dalla questione. Ci sta a cuore che il valore della cura della salute di ogni persona, alto servizio alla vita (cfr. Pontificio Consiglio per la pastorale per gli operatori sanitari, Carta degli operatori sanitari, n. 1), conservi il suo primato rispetto alle pur necessarie considerazioni di ordine economico.
Siamo ben consapevoli che cercare di migliorare e di rendere maggiormente efficiente l’offerta di cure da parte del sistema sanitario pubblico rappresenti un impegno doveroso e significativo.
Tuttavia, va evidenziato, che tale obiettivo non può essere raggiunto senza una mirata distribuzione delle strutture sul territorio che faciliti una effettiva raggiungibilità delle stesse e, quindi, garantisca una autentica prossimità alla persona ammalata.
Pertanto, va tenuta in debita considerazione la oggettiva collocazione geografica del nosocomio castellanetano: infatti, questo territorio notevolmente ampio – con gli oltre 140.000 abitanti (senza contare i numerosissimi turisti presenti durante la stagione estiva) – trova nell’Ospedale di Castellaneta il suo primo e unico punto di riferimento nel versante occidentale della provincia di Taranto.
La storia recente ha già visto la chiusura degli ospedali di Massafra e di Mottola per cui questo intervento rischia di infliggere un’ulteriore ferita ad un territorio che già sconta amaramente la mancata integrazione tra ambiente, lavoro e salute.
Auspico, dunque, che si faccia in modo che a Castellaneta i cittadini possano trovare un ospedale ulteriormente valorizzato per la ricchezza delle competenze professionali degli operatori, per la pluralità dell’offerta di cure nonché il segno tangibile di una presenza autorevole delle istituzioni.
Ufficio per le Comunicazioni sociali: comunicazioni@diocesicastellaneta.net