La pace sia con te, Betlemme!

Una mostra fotografica promossa dalla delegazione dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme di Castellaneta

 

Nel 1948, anno della risoluzione di partizione della Palestina, l’85 per cento della popolazione di Betlemme era cristiana, oggi la presenza dei cristiani nella città di Davide è appena del 12 per cento, un dato dal sapore amaro colpevolmente ignorato dai cristiani d’Occidente.

Di qui l’idea di rilanciare l’emozione dei sentimenti attraverso semplici immagini per non dimenticare la sofferenza di quella piccola comunità cristiana di Betlemme, a cui è negata la gioia piena del Natale.

L’Autorità Nazionale Palestinese, consapevole e convinta del ruolo storico religioso di Betlemme, dispose che la città, dove per i Vangeli è nato Gesù, fosse amministrata da un sindaco di fede cristiana, privilegio concesso anche alle cittadine limitrofe di Beit Jala e Beit Sahour che insieme rappresentano il triangolo cristiano della Palestina.

Ma i rapporti tra cristiani e musulmani, nella città in cui gli Angeli annunciarono la pace, sono più complicati di come appaiono.

I cristiani locali temono che tra vent’anni a Betlemme scomparirà ogni traccia della loro presenza, perché, stanchi di vivere senza futuro, preferiscono emigrare verso terre lontane e più sicure.

A loro hanno rubato la storia, la tradizione millenaria e ora per un crudele destino si sentono  stranieri nella terra dei loro padri. Nella loro patria non hanno pari diritto di cittadinanza e pari dignità umana, ora sono ghettizzati perchè  considerati infedeli e  filo occidentali.

Essere cristiani a Betlemme è difficile. Alle disumane condizioni di vita provocate dalla prepotenza di Israele, si sommano gli abusi della “land mafia” locale, che con la complicità delle istituzioni tende a sottrarre con violenza la terra. In Terra Santa i cristiani non possono portare la collanina con il crocifisso perché rischiano violenze di ogni genere e anche fisiche.

Ancor di più essere cristiani a Betlemme è un dramma sociale, perché  esclusi dal mondo del lavoro. Solo perché cristiani viene negata l’assunzione dai datori di lavoro musulmani.

Riescono con difficoltà a tirare avanti la famiglia con il solo artigianato dei souvenir lungo le strade e nelle vicinanze dei Luoghi Santi grazie alla presenza dei pellegrini, che dopo gli ultimi episodi di Gaza e dell’ISIS non si vedono più per le strade, gli alberghi e i Luoghi Santi.

La mostra, promossa dalla delegazione del Santo Sepolcro di Castellaneta, si affida alle immagini più che a mille parole per denunciare attraverso il linguaggio della fotografia la umiliante condizione di vita a Betlemme, perché questo è oggi il Natale a Betlemme.

Dal 7 al 31 dicembre, dalle ore 18,00 alle ore 20,00, sarà possibile visitare la mostra  articolata in più segmenti – immagini di Terra Santa, reportage audiovisivo sulla vita quotidiana in  Palestina, suoni d’Oriente, mercatino natalizio di oggettistica e di piccoli presepi dell’artigianato di Betlemme, presepe artistico del maestro Ciro Lupo.
La cerimonia di apertura avrà luogo il 7 dicembre alle ore 18,00 presso l’Aula San Matteo
dell’Oratorio di Santa Maria del Rifugio  con la proiezione del reportage OLTRE I MURI e la conferenza sul tema “Situazione socio politica in Terra Santa e ruolo dei Cavalieri del Santo Sepolcro” tenuta dal Luogotenente per l’Italia Meridionale Adriatica Cav. di Gr. Cr. dr. Rocco SALTINO, conclusioni di S.E. il Vescovo Mons. Claudio Maniago. Subito dopo la conferenza seguirà l’inaugurazione della mostra nella Chiesa adiacente di Santa Maria del Rifugio, Chiesa affidata alla delegazione.