Carissimi Insegnanti,
la Scuola alla quale vi apprestate a ritornare per insegnare, quella in cui desiderate soprattutto stare e che vi impegnate a migliorare, il lavoro sereno e la passione con cui volete spendervi sono la ragione alta del vostro ritrovarvi qui con me questa sera a Castellaneta Marina.
Siamo insieme, io come vostro Padre e Pastore – a cui la Chiesa ha conferito il munus docendi, che con l’incarico vi partecipo – e voi come insegnanti, da me scelti, attraverso il Servizio per l’Insegnamento della Religione Cattolica, per essere inviati nelle comunità educative dei fanciulli, dei ragazzi e dei giovani in età scolare.
All’inizio di questo nuovo anno scolastico, evidentemente, nonostante non possiamo dirci completamente fuori dalla triste stagione delle inedite e sofferte difficoltà che tutti abbiamo in qualche modo conosciuto, come credenti sentiamo di non abitare questo tempo da ostaggi, bensì con l’audacia propria dei Cristiani che, nello spirito del Vangelo, sono promotori di “risurrezione”, capaci di trovare e indicare percorsi e spazi nuovi, accettando con l’intelligenza della fede le sfide poste dalle criticità dei tempi, per individuare strategie vincenti e scorgere nuove opportunità.
Questa sera ci ritroviamo alla vigilia del 1° settembre e, probabilmente, alla fine dello scorso anno scolastico, animati da un moto di ottimistica speranza, salutandovi vi siete augurati di rivedervi nel prossimo.
Eppure rivedersi non basta e ricominciare non è tutto quello che vogliamo davvero.
Ciò che è già stato non chiede di ritornare identico, perché gli basta essere accaduto una volta per tutte; abbiamo invece bisogno del nuovo, dell’inedito, di tempi e occasioni e opportunità altre da quelle già avute.
Come insegnanti di Religione Cattolica, nelle scuole in cui vi mando, ritroverete luoghi, studenti e colleghi. Farete scelte e azioni concrete, ma non vi limiterete a ripetere qualcosa che avete già fatto. Alcuni alunni dello scorso anno scolastico non ci saranno perché hanno concluso il loro ciclo di studi, altri invece li ritroverete, ma diversi da com’erano, perché cresciuti fuori e dentro e porteranno negli occhi la luce di esperienze vissute, di decisioni prese, di un’estate vissuta lontano da noi e dalla scuola, alla quale torneranno trasformati. Altri, invece, li vedrete per la prima volta.
Probabilmente, alcuni dei vostri amici e colleghi si saranno trasferiti ad altre scuole, mentre altri avranno trovato o magari perduto qualcosa o qualcuno – un compagno o una compagna, una casa, un genitore o, purtroppo, anche un figlio – e, in qualche modo, saranno cambiati anche loro.
In queste ore, con l’approssimarsi della presa di servizio, vi sarete forse detti: quest’anno vorrò fare questo e quello… Ed è corretto pensarlo, perché in ogni nuovo inizio i “farò” sono sempre numerosi e generosi, motivati e legittimi, perché incarnano la passione e la speranza di miglioramento ed emancipazione che è in tutti noi. E a questo desiderio positivo e propositivo di ripartenza non possiamo e non dobbiamo rinunciare. «Non lasciatevi rubare la speranza che è in voi» ha ricordato qualche anno fa Papa Francesco ai nostri giovani ed io, come vostro nuovo Vescovo, non posso che incoraggiare, sostenere e benedire questo profondo desiderio di bene che è in voi e nel cuore della nostra “bella” e “gioiosa” Chiesa che è in Castellaneta.
Per questo, al termine dell’incontro che andiamo vivendo questa sera, ho desiderato celebrare l’Eucarestia con voi, per ringraziare l’unico e grande Maestro, alla cui Scuola siamo per continuare ad imparare da Lui come amare e servire l’uomo del nostro tempo, in special modo il più piccolo e bisognoso di cura.
Augurando un buon cammino scolastico, tutti vi benedico!
+ Sabino Iannuzzi
Vescovo