Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme: aperto l’anno sociale

E' stata presieduta dal Vescovo di Castellaneta il 13 settembre scorso, la celebrazione eucaristica per l'inizio del nuovo anno associativo. L'Ordine nel 2015 ha raccolto ed inviato al Patriarcato di Gerusalemme € 18.000,00 per le opere di carità ed assistenza.

 Nella chiesa di Santa Maria del Rifugio a Castellaneta, domenica 13 settembre u.s., cavalieri e dame, dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme della delegazione di Castellaneta, hanno partecipato alla Santa Messa presieduta dal Priore S. E. Mons. Claudio Maniago in ricorrenza della festività liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce e dell’apertura dell’anno sociale. 

       Nel corso dell’omelia Sua Eccellenza ha focalizzato l’attenzione dei presenti su alcune frasi significative del Vangelo. Ha iniziato da quella in cui, Gesù, a mo’ di sondaggio di opinione, pone una domanda generica: “La gente chi dice che io sia?” per passare subito a una domanda che ci interroga e ci scuote nel profondo, in maniera diretta e personale, e cioè: “voi chi dite che io sia?, provocando così il coinvolgimento e il senso di responsabilità di ciascuno. “Gesù, dunque – ha precisato l’Ordinario diocesano prendendo spunto dalle domande cui dianzi si faceva cenno –  non vuole cose per sentito dire, ma vuole esperienze di vita, trasformazioni  di vita, vuole testimonianze concrete, vere, vuole sapere che cosa ci è successo dentro quando lo abbiamo incontrato. Il Maestro, del resto, insegnava anche con le domande, e, con esse, apriva le menti, apriva sentieri e non chiudeva recinti, educava alla fede”. Una fede che ci impegna ad operare nell’amore, nella condivisione, e ad accettare quotidianamente il peso della croce. Ed è su questo aspetto che si è soffermato,  Sua Eccellenza, nel commentare le parole rivolte da Gesù alla folla e ai suoi discepoli:”Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”. In proposito ha puntualizzato un aspetto che riguarda anche gli appartenenti all’Ordine. “La dimensione della croce – ha sottolineato mons. Maniago – è quella che più ci identifica come cristiani, come testimoni. E in tale ottica non è sufficiente far parte di un Ordine o formalizzarsi nell’indossare solamente le insegne. La croce, soprattutto per noi, deve essere accolta e accettata senza riserve, incondizionatamente. E per quanto cerchiamo di evitarla, è sempre quella, ogni giorno, inevitabile per tutti. Il peso lo accusa solo chi non sa accettarla veramente come tale”. Ha poi terminato le sue riflessioni facendo riferimento al valore della croce come luogo della redenzione, della nostra salvezza nel partecipare alle sofferenze di chi ci ha redenti sul Golgota, alla croce come luogo di speranza, di fiducia nel futuro, perfino come opportunità in quanto racchiude l’origine della vittoria. Infine, ha augurato a tutti gli appartenenti alla Delegazione di Castellaneta un proficuo anno sociale.  

        Al termine della celebrazione liturgica, il Delegato Grand’Ufficiale dott. Michele Recchia, ha tenuto un breve intervento nel corso del quale ha sottolineato che l’Ordine raccomanda alla devozione dei suoi membri in particolare la solennità dell’Esaltazione della Croce, e lo fa mediante il versetto della lettera di San Paolo Apostolo ai Galati riportato sul Labaro del Gran Magistero: Occorre gloriarsi nella Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. Si tratta di una esortazione “a mettere il simbolo vittorioso della Santa Croce – ha riferito il Delegato – al centro della nostra esistenza come al centro di ogni progetto e programma, sia personale che associativo”. Ha richiamato poi il SS. Nome di Maria cui è dedicata la Chiesa affidata alla Delegazione castellanetense, ma ha ricordato in modo particolare, e con affetto, la lieta ricorrenza del primo anniversario dell’ingresso in Diocesi di Sua Ecc. mons. Claudio Maniago al quale ha rivolto sentimenti di viva riconoscenza nonché fervidi  voti benaugurali a nome dei cavalieri, delle dame e degli Ecclesiastici della delegazione di Castellaneta. Si è trattato di “un anno faticoso, pieno di tanti incontri – ha precisato il dott. Recchia – dedicato all’ascolto,  alla conoscenza, al confronto, guidato dalla prudenza, dalla saggezza, dalla fermezza. Un anno in cui la Comunità diocesana ha potuto apprezzare le amorevoli attenzioni del suo Pastore e ora ricambia con amore filiale e gratitudine”. Come si ricorderà, infatti, mons. Maniago il 12 luglio 2014 è stato nominato vescovo di Castellaneta da papa Francesco, mentre il 14 settembre successivo, Festa appunto della Esaltazione della Santa Croce, ha avuto inizio il suo ministero episcopale nella Diocesi di Castellaneta.

     A proposito dell’inizio del nuovo anno sociale, poi, il Delegato ha voluto sottolineare che “iniziare le attività con la Santa Messa non è certamente un atto formale, ma un momento di preghiera rivolta a Dio all’inizio di un nuovo percorso…In questo momento di spiritualità diventa futile parlare di programmi e di progetti, mentre è doveroso ricaricarci per dare nuova linfa al nostro impegno nella carità a sostegno della Chiesa di Gerusalemme e nella formazione spirituale di ognuno di noi”. 

Il Delegato ha quindi concluso il suo intervento augurando a tutti un buon cammino invitando, al contempo, “a trasformare il nostro gruppo in una famiglia ideale, perché solo in un clima di amicizia, di collaborazione e di condivisione potremo dare prova di essere degni di appartenere all’Ordine del Santo Sepolcro”.

    Oltre alle insegne dell’Ordine, nell’area presbiteriale della chiesa affidata, nel corso della celebrazione liturgica, ha fatto da costante punto di riferimento simbolico l’esposizione della croce lignea della confraternita di Maria SS.ma Addolorata di Castellaneta.

La festa dell’invenzione ed esaltazione della Santa Croce commemora il ritrovamento (inventio) della vera croce da parte di sant’Elena, la madre di Costantino I. La festa fu detta anche dell’esaltazione perché il sacerdote in questa ricorrenza innalzava (esaltava) la croce esponendola alla venerazione dei fedeli.

 

cav. dr. Vito Fumarola

 
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