1^ Domenica di Quaresima

 Carissimi, con permesso e in punta di piedi rientro nella vostra casa. Desidero camminare con voi verso Pasqua, sostenendoci l’un l’altro. Vi chiedo  di capirmi se nella seconda parte parlo facilmente del mio vissuto. State attenti, non è per autoesaltarmi. È solo per testimoniare le meraviglie che Dio compie quando Lo lasciamo fare. Il Signore, nella sua bontà materna, vedendomi impastato di stupidità, mi ha ripetutamente liberato e dirottato dalla mia scriteriata ambizione di essere ….Papa(!), verso la direzione più confacente a un discepolo, per giunta fragile. Fidatevi e affidatevi! “Deus è fiel” = Dio è fedele!, leggo scritto in grosse lettere sui Tir in Brasile. 

Grazie per la porta aperta. 

 

Don Vincenzo

 

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo… E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio“». Allora il diavolo lo portò con sé… (Mt 4,1-11)

 

Ronchi: Le tentazioni di Cristo sono anche le nostre – La prima tentazione concerne il rapporto con noi stessi e con le cose (l’illusione che i beni riempiano la vita). La seconda è una sfida a­perta alla nostra relazione con Dio (un Dio magico a nostro servizio). La terza infine riguarda la relazione con gli altri (la fame di potere, l’amore per la forza). 
L’uomo vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Parola di Dio è il Vangelo, ma anche l’intero creato. Io vi­vo anche di te che sei parola pronunciata dalla boc­ca di Dio per me. 
La seconda tentazione è una sfida aperta a Dio. Gesù ci mette in guardia dal volere un Dio ma­gico a nostra disposizione. Forse non mi darà tutto ciò che chiedo, eppure avrò tutto ciò che mi serve.

Nella terza tentazione il diavo­lo fa un mercato. Gesù, vuoi cambiare il corso del­la storia con la croce? non funzionerà. Prendi il potere, così risolverai i problemi: con rapporti di for­za e d’inganno, non con l’amore. 

PedronCiò che hai nel cuore – Le tentazioni esprimono qualcosa che Gesù ha vissuto tutta la vita: seguire altre strade (godimento, possesso, potenza) e non la strada della Croce. 

Gesù un attimo prima aveva appena ricevuto lo Spirito (Battesimo). Ma quello stesso Spirito lo conduce nel deserto. Tutto ciò che capita viene da Dio (che Lui lo permette). Non mi chiederò più quindi se questa viene dal diavolo o da Dio, ma qual è la prova che devo affrontare e superare. Se ciò che accade è un ostacolo-barriera da superare, allora sono chiamato a compiere un passaggio. Allora non è più il diavolo ma Dio stesso che mi chiama a compiere questo passaggio. Lo stesso Spirito, per amore, ci chiede di affrontare faccia a faccia i nostri demoni. La tentazione non è Dio che vuol “farti cadere in errore, per vedere se cedi”. La tentazione ti serve perché tu possa vedere veramente ciò che tu hai nel cuore. 
Ogni tentazione ha un dono. Se guardate, quando Gesù esce dall’esperienza delle tentazioni, non lo ferma più nessuno. Il “dono” delle tentazioni è una forza irresistibile, perché Gesù lascia cadere ogni aspettativa della gente su di lui e segue imperterrito la sua strada e la sua missione. Per questo bisogna entrare nel deserto, bisogna essere tentati, bisogna affrontare i propri demoni. Le cose più belle di noi sono nascoste dentro di noi. Il deserto richiamava agli ebrei due grandi esperienze. Quarant’anni al popolo per arrivare alla terra promessa. Le nostre terre promesse, hanno bisogno di un lungo cammino per essere raggiunti. Tutto ciò che è grande, richiede qualcosa di grande.  Più una cosa è grande e più il costo è elevato. 
Per tutta la vita Gesù dovette combattere contro la grande tentazione di essere il Messia, “figlio di Davide” (22,42-45), colui cioè che restaurerà con la forza l’antico regno di Israele. Lo voleva la gente, lo volevano i discepoli. Gesù dovette deludere le aspettative del popolo: Lui non era come loro volevano. Il deserto è duro, impegnativo per questo: ti mette di fronte a quello che sei davvero. E bisogna aver il coraggio di entrarvi! 

Le tre tentazioni non sono inviti a fare delle cose peccaminose, ma delle seduzioni molto fini.

La prima: “Usa a tuo vantaggio le tue capacità”. Qui il diavolo chiede a Gesù di fare una cosa che Gesù davvero farà nella moltiplicazione dei pani (14,20). Qui la capacità (dono di “fare pane”) sarebbe utilizzata solo per sé (dimostrati chi sei), lì invece è utilizzata per il bene di tutti (14,20)). 
La seconda: “Cerca l’approvazione, fa ciò che la gente si aspetta”. “Gettati giù dal pinnacolo del tempio e gli angeli ti sorreggeranno” (4,6). Se Gesù fa qualcosa di spettacolare da lì, tutti lo vedranno. Ma non sarebbe mai stato il Figlio di Dio che conosciamo. Cercare l’approvazione degli altri, per il vangelo, è demoniaco perché si tratta di rinunciare alla propria missione. 

La terza: “Sottomettiti e fai quello che ti dicono”. “Ti darò tutto questo se prostrandoti mi adorerai”. Essere Dio, potere tutto.

 

CurtazQUARESIMA. Polveri: il celebrante, tracciandoci sulla fronte un segno di croce con della cenere ci ha ricordato che, in fondo, siamo solo polvere. Polvere senza vita, se Dio non insuffla la sua Parola. Gesù nel deserto per pregare, per stare col Padre, per digiunare, vuole decidere come essere Messia. Gesù ha davanti a sé tre messianismi: uno storico, legato alla restaurazione del regno di Davide. Uno legato ai miracoli. Uno legato al compromesso col potere. Gesù rifiuta tutte queste proposte: non proporrà una rivoluzione politica, ma la conversione; non stupirà le persone con i miracoli, cercherà di convincerli con la Parola; sarà onesto col potere, anche con quello religioso, ma vero, denunciandone gli abusi. 
Povero Gesù. È fragile, il messianismo di Gesù. Glielo ricorderà l’avversario quando tornerà, al Getsemani. La sua predicazione appassionata, è stata inutile. E noi? Quali uomini vogliamo essere? Quale Dio vogliamo celebrare? Lasciamoci illuminare nel deserto, per purificare il nostro cuore. 

Gesù vuole scegliere come svelare il mistero di Dio. Sarà un Messia diverso, solidale, dimesso. Amerà, per far conoscere Dio.

 

Chasseur – Il primo peccato. E se i progenitori fossero stati altri? Ma perché la prima donna doveva essere Eva e non poteva essere Maria? Se non ci fosse stata Eva, non sapremmo neanche se l’avremmo avuta Maria. Quel che sappiamo è che: “Se a causa di un solo uomo, il peccato è entrato nel mondo (…) molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati su tutti gli uomini (…).

Ai giorni nostri bisogna eliminare dal vocabolario il termine stesso di peccato, per non traumatizzare la gente (a cominciare dai bambini) e non renderla schiava di una mentalità ormai superata. Come se l’uomo moderno fosse passato dallo stadio di animale razionale, a quello di animale tout court! Pietà per favore! Non riduceteci così: lasciateci questa dignità che ci contraddistingue dagli animali, di essere capaci di riconoscere il bene dal male e di saper scegliere o l’uno o l’altro! La paura di riconoscersi peccatori è una falsa paura: il peccato è perdonabile e il peccatore è salvabile. Anzi, è salvabile solo quando si riconosce peccatore. E’ solo il saper riconoscere con lucidità e fiducia la nostra colpa, che ci libera totalmente e libera anche il nostro inconscio da ogni complesso di colpa. Gesù vuole liberarci totalmente e darci la sua pace profonda e definitiva. Se non ci riconosciamo peccatori, non potremo mai essere salvati. Ma se lo riconosciamo, allora faremo l’esperienza della sua pace, e la sua gioia in noi sarà piena.

 

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In ascolto:  “Lo Spirito che spinge Gesù nel deserto, ci chiede, per amore, di affrontare faccia a faccia i nostri demoni. Quali uomini vogliamo essere? Quale Dio vogliamo celebrare? Lasciamoci illuminare nel deserto, per purificare il nostro cuore. Ogni tentazione ha un dono. Il “dono” delle tentazioni è una forza irresistibile”.

Quante volte, nei momenti inevitabili più difficili, mi son chiesto: “Signore, perché proprio a me hai chiesto di lasciare tutto, ogni sicurezza legittima e sana già acquisita, verso una ‘terra promessa’ straniera e sconosciuta, e senza alcuna certezza …se non TU!”. Una prima volta, già in possesso di una comunità parrocchiale invidiabile, mi vuoi nomade e tra quanti ritenuti di vita non certamente cristiana, destando scandalo in tanti benpensanti. E lì in un furgone nella gelida Santa Notte di Natale a Marsiglia  tra le poverissime baracche zingare mentre le pistole lanciano proiettili e non, certo, per il Lieto Messaggio del Bimbo nato per loro. E nel pomeriggio dello stesso Natale, Halil che piange mentre celebriamo il Mistero nella campina sgangherata di Arko che ha accanto il nemico che si sarebbe non-voluto morto nella notte precedente, arresisi dietro l’insistenza di un evento che fa tacere le armi. Il volto dell’anziano Halil, mussulmano fedele, s’irrora di lacrime sentendo Parole inaudite: “Questo è il mio corpo dato per voi! È il mio sangue versato per voi e per tutti!”. Natale è questo Dio che si fa bambino, povero tra poveri, proteso verso la donazione totale del Crocifisso tra i crocifissi. Come non avvertite in quel Natale, e poi in tanti altri natali tra altre tempeste, che valeva la pena lasciar tutto! Si guadagno Tutto, l’infinito, l’Eterno, fratelli più fratelli.

Lasciare la seconda volta un ruolo di prestigio nel servizio pastorale ecclesiale, per un terra ancora incognita e per un tempo che si protraeva di anno in anno, è stato molto, molto più facile grazie anche alla bontà e festa dei nordestini brasiliani e degli Indios. Le meraviglie vissute sono indescrivibili (anche se continuo a scrivere tanto mi meravigliano!), sono solo da vivere.

 

Dopo l’esperienza delle tentazioni, Gesù non lo ferma più nessuno. Non c’è paura che ti blocchi quando hai sperimentato vero che lasciando tutto, incamminandoti verso una ‘terra promessa’ straniera e sconosciuta, e senza alcuna certezza …là ci sei TU! e Lo incontri. Tenendoci per mano avviamoci nel cammino che ci libera giorno dopo giorno.