Santa Madre di Dio (1 gennaio)

 Che sia anno di Pace e di accoglienza ce lo auguriamo, sorelle e fratelli carissimi! Condivido con voi gli Auguri giuntimi dai ‘meninos de rua’ di Maceiò e che abbraccerò tra poco tornando in Brasile. Per quanti me lo chiedono, allego anche la riflessione di don Marco, al solito anche se lunga, è sempre concreta e ricca.

Con il bacio della Pace vi abbraccio tutti. 

Don Vincenzo

 

I pastori andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo’ E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato loro annunciato. (Lc 2,16-21) 

 

Maria Santissima Madre di Dio

Paolo CurtazBuon anno! La Chiesa ci invita ad iniziare il nuovo anno civile in compagnia di Maria, madre della Chiesa. È un invito pressante a ripartire da Dio, dall’essenziale, dall’unico che può orientare la nostra vita. 
Quest’anno sarà significativo se, come Maria, impareremo a fermarci e a meditare, a guardarci dentro, a lasciare che gli eventi siano illuminati dalla Parola.

Accogliamo fiduciosi l’augurio e la benedizione fatti da Aronne sul popolo di Israele: qualunque cosa accada in questo anno, il Signore ci conceda di non restare schiacciati dagli eventi ma di alzare lo sguardo verso di lui per vedere che il suo volto è sempre illuminato, cioè sorridente. Se Dio ci sorride, sarà un anno straordinario.

don Marco PedronSerba tutto nel tuo cuore anche se non è chiaro
E quando i pastori arrivano, dicono a Maria e a Giuseppe ciò che l’angelo ha detto loro. Maria e Giuseppe si stupiscono. Sono legati alla loro religione: il Messia, sarebbe sì venuto, ma avrebbe sterminato tutti i peccatori, fra cui i pastori. E com’è possibile che adesso siano proprio questi pastori ad essere annunciatori di Dio? I pastori, i più lontani, i più peccatori, a far questo. Crolla tutto quello che hanno insegnato a Maria e a Giuseppe? E Maria e Giuseppe saranno ancora più stupiti quando arriveranno i Magi (lett. i Maghi): sono gente impura ed è impuro tutto ciò che toccano: anche quei preziosi regali che portano. Il Dio che quel loro figlio annuncia è un Dio diverso da quello che loro si aspettavano, avevano imparato e conosciuto fin da piccoli. Non fu facile per loro accettare questo. Per questo furono grandi: perché ci riuscirono. Ma non fu facile. 
In Mc 3,20-21.31-35 c’è un episodio drammatico. Maria e il clan di Gesù, ad un certo punto, decidono di andare a prendere Gesù perché pensavano fosse andato fuori di testa, vanno a prenderlo. Gli scribi lo avevano già detto: “E’ un bestemmiatore, un indemoniato” (Mc 3,22-30). Ma i suoi familiari lo conoscevano e sapevano della sua bontà.

Maria e Giuseppe fanno fatica a capire perché Dio è sempre diverso dalle aspettative. Dio è oltre, più in là. La grandezza infatti di Maria è quella di essere diventata discepola di Gesù: questo suo figlio è diventato il suo maestro e lei la sua discepola.

Anche lei ha faticato a vedere la “novità” di suo figlio. Dio è novità. E il nuovo ci fa sempre paura. 
Se è buio ed entrate in casa vostra sapete benissimo dove tutto si trova, dove c’è il passaggio dove c’è il muro’ ecc,  non avete paura. Perché la conoscete. Ma se entrate in un’altra stanza – magari non c’è nessun pericolo – ma andate piano, avete paura e mettete le mani avanti. Perché? Perché non lo conoscete.

La vita è novità, evoluzione, divenire. Se Colombo non avesse cambiato l’opinione che la Terra era piatta, l’America non ci sarebbe. Se Einstein e amici non avessero cambiato idea, penseremmo ancora che l’atomo è indivisibile. “Coloro che non cambiano mai le proprie opinioni si amano più di quanto amano la verità” (Joseph Joubert).

Allora: Dio è nel nuovo. Per questo celebriamo ogni anno Natale. Perché ogni natale è diverso. Datti il permesso di provare il nuovo. Il vecchio lo conosci già. E’ solo il nuovo che ti può arricchire. Se fai, se vivi il nuovo, sarai sempre nuovo. Altrimenti sarai già vecchio, qualunque età tu abbia. 
“Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). 
Maria non capisce ciò che succede. Ma non giudica, non capisce e accetta di non capire. Ti succede una cosa? Non dire: “Ma che sfortuna! Ma proprio a me!”. Dì solamente: “Non capisco”. Un giorno Maria capirà tutto. Adesso no, ma un giorno sì. E così anche tu. Perché tutto ciò che ci accade ha un senso. 
Per tutta la vita Maria capì ben poco di Gesù; ma dopo la resurrezione (At 1,12) tutto le fu chiaro. 
padre Ermes RonchiLa benedizione di Dio ci alimenta. Dio ci raggiunge non proclamando dogmi o im­partendo divieti, ma benedi­cendo. La benedizione di Dio non è salute, denaro, è la luce. Dio ci benedice po­nendoci accanto persone dal volto e dal cuore luminosi. Cosa ci ri­serverà l’anno che viene? Io non lo so, ma di una cosa so­no certo: il Si­gnore si rivolgerà verso di me, camminerà con me, nelle mie prove si ab­basserà su di me. Qualunque cosa accadrà quest’anno, Dio sarà chino su di me e mi farà grazia. 
Natale non è facile da capire. L’Onnipotente è un bimbo capace solo di piangere. Dio ricomincia sempre così, con piccole cose e in alto silenzio. Facciamoci guidare allora da Maria, che custodi­va e meditava tutte queste co­se nel suo cuore.

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In ascolto‘I pastori andarono in fretta, e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino’. ‘Natale non è facile da capire. Dio ricomincia sempre così, con piccole cose e in alto silenzio’. Mi sono sempre interrogato sulla facilità del nostro credere in questo Bimbo-Dio. Chi governava ha tentato d’ucciderLo. Chi da secoli l’attendeva, all’annunzio dei Magi non si è mosso e alla fine L’ha crocifisso. Chi ha lasciato tutto per seguirlo, al culmine del mistero l’ha rinnegato. Maria, da parte sua, meravigliata ascolta in silenzio, e, serbando in sé tutte queste cose, le andava meditando. Pochi anni dopo al tempio in Gerusalemme Maria, angosciata per la perdita, non comprende il figlio. Ai piedi della Croce ‘il Vangelo non ci dice nulla se Maria ha detto una parola o no’ – osservava Papa Francesco il 20 dicembre nell’omelia sull’Annunciazione – Era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! ‘Tu, quel giorno mi hai detto che sarà grande; tu mi ha detto che gli avresti dato il Trono di Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso lo vedo lì!’. Lei, col silenzio, ha coperto il mistero che non capiva… Solo il silenzio custodisce il mistero del cammino che l’uomo compie con Dio’.

Chi non si meraviglia sono i pastorigli ultimi ‘per niente stimati. Erano i “nessuno”, quelli che non contano. Ma nessuno fu così privilegiato dalla corte celeste; sono i primi invitati – gli invitati d’onore – a rendere omaggio al Re dei re. E quando giunsero davanti al Re Bambino furono pieni di meraviglia davanti a una creaturina uguale a tutte le altre. Ma loro pieni di gioia e di meraviglia corrono ad annunciare agli altri il grande prodigio, senza rincorrere benefici personali’ (Wilma Chasseur). L’annunzio del grande prodigio del Bimbo-Dio viene affidato proprio a quelli ai quali veniva vietato di entrare nel tempio. Il Vangelo della Pasqua viene affidato a una donna non rassegnata al sepolcro vuoto, Maria di Magdala dalla quale erano usciti sette demoni (Lc 8,2)‘È Parola di Dio!’ proclamiamo solennemente nella Liturgia, ma nel nostro comportamento vissuto gli ultimi rimangono ultimi. Ripeto: a me hanno fatto e fanno tanto bene, con la profonda convinzione che gli esclusi come la donna sono portatori della Buona Novella nella Chiesa come nella società. Mi ha non poco inquietato notare che la chiamata, tramite la mia povera persona, alla missionarietà fuori del recinto, tra i rifiutati e disprezzati, si riteneva vocazione straordinaria tanto l’annuncio va in tutt’altra direzione!. E inutilmente ho sperato che almeno in Brasile, accanto a una Chiesa-gemella donataci dal Signore, qualcuno prendesse il testimone per continuare un servizio che ci proiettava fuori’  ‘Per permettere a te di stare con gli Zingari, altri in diocesi devono lavorare di più!’ veniva colto come scelta personale un invio imprescindibile.

L’Anno Nuovo sarà nuovo anno se si trova il modo giusto di partire da quelli che non contano. È Dio che ce lo propone. È ripetitivo il Lieto Annuncio a un terreno già saturo, mentre i poveri, i ciechi e storpi non li avviciniamo. Ci attardiamo in un servizio pastorale consolidato da secoli, anche se nebuloso, in cui sappiamo ben muoverci. Il nuovo è oscuro e ci spaventa! Ilvecchio, a noi che ci stiamo dentro, va anche bene. Iniziassimo almeno a stare meno con quelli di dentro ai quali l’annuncio scontato non emoziona, e un po’ più con quelli di fuori! A Santana (Brasile) ritengo non perdita di tempo fermarmi talvolta la sera nel campetto sportivo accanto a giovani abitualmente lontani, o camminare più volentieri in Palagiano lungo il corso salutando quanti possono incontrare amico-fratello un uomo di chiesa. Gli occhi di Mimmo s’illuminano quando chiede a me ‘che sto più vicino a Dio’, di pregare per lui: ‘Caro Mimmo, io cerco di stare vicino a Dio ma è Lui che sta più vicino a te. Mi lascia tra le 99 pecore che pensano di essere brave e corre da te’ che lo bestemmi sempre. Ti vuole bene, preghi tu per me!’.

E anche voi pregate per me come io cerco di fare con voi. Vi abbraccio con tanti Auguri. 


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